Nel cuore dell’Europa del primo Novecento, quando l’elettricità e la meccanica stavano rivoluzionando il mondo, un ingegnere spagnolo di nome Leonardo Torres y Quevedo concepì qualcosa di straordinario: una macchina in grado di giocare a scacchi da sola. Non si trattava di un semplice trucco da salotto, ma di un vero e proprio automa capace di prendere decisioni in autonomia. Il suo nome? El Ajedrecista – “Il Giocatore di Scacchi”.
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Foto dell'epoca de El Ajedrecista, a sinistra Leonardo Torres |
👨🔬 L’Inventore: Leonardo Torres y Quevedo
Nato nel 1852 in Spagna, Torres y Quevedo fu un pioniere della robotica, dell’automazione e del calcolo meccanico.
Tra le sue invenzioni più celebri figurano il Telekino (il primo radiocomando della storia), dirigibili semirigidi e funivie ancora oggi in funzione.
La sua visione era chiara: le macchine non dovevano solo eseguire ordini, ma prendere decisioni.
🕰️ La Nascita di El Ajedrecista
Anno di costruzione: 1912, a Madrid.
Presentazione pubblica: 1914, all’Università di Parigi.
Funzionamento: giocava un finale di scacchi con Re e Torre bianchi contro Re nero, controllato da un umano.
A differenza del celebre “Turco Meccanico” (un trucco con un uomo nascosto), El Ajedrecista era completamente automatico.
⚙️ Come Funzionava
Il tabellone era dotato di sensori elettrici che rilevavano la posizione dei pezzi.
I pezzi bianchi erano mossi da bracci meccanici, mentre il Re nero veniva mosso manualmente dal giocatore umano.
Un algoritmo interno calcolava la mossa successiva per i bianchi, con l’obiettivo di dare scacco matto.
Se il giocatore umano commetteva una mossa illegale, una luce si accendeva. Dopo tre errori, la macchina si fermava.
♟️ L’Algoritmo di Gioco
L’automa non cercava la soluzione più rapida, ma garantiva sempre il matto finale.
L’algoritmo divideva la scacchiera in zone e prendeva decisioni in base alla posizione relativa dei pezzi.
Era in grado di adattarsi alle mosse dell’avversario, un concetto rivoluzionario per l’epoca.
🤖 Evoluzioni e Versioni Successive
Nel 1922, il figlio di Leonardo, Gonzalo Torres Quevedo, costruì una versione migliorata.
Nel 1951, El Ajedrecista fu presentato al Congresso di Cibernetica di Parigi, dove sconfisse il grande maestro Savielly Tartakower, diventando la prima macchina a battere un campione umano.
🏛️ Dove si Trova Oggi
L’originale El Ajedrecista è ancora funzionante e può essere visitato presso il Museo Torres Quevedo all’Universidad Politécnica de Madrid.
È considerato uno dei primi esempi di intelligenza artificiale fisica e un precursore dei moderni computer di scacchi.
El Ajedrecista oggi, ben conservato.
🧩 Impatto Storico e Culturale
El Ajedrecista è spesso citato come il primo videogioco della storia, sebbene non avesse uno schermo.
Ha anticipato concetti fondamentali dell’IA, come la presa di decisioni automatica e l’interazione uomo-macchina.
Ha ispirato generazioni di ingegneri, informatici e appassionati di scacchi.
📚 Curiosità
Il progetto fu descritto nel 1915 su Scientific American come “una delle più straordinarie macchine automatiche mai costruite”.
Edgar Allan Poe aveva già smascherato il “Turco Meccanico” come un trucco, ma El Ajedrecista era autentico.
Durante il WCCC del 1992 (World Computer Chess Championship), fu esposto come simbolo delle origini del gioco computazionale.
🧠 Conclusione
El Ajedrecista non è solo una macchina che gioca a scacchi. È un simbolo della visione umana, della capacità di immaginare un futuro in cui le macchine possano pensare, apprendere e interagire. Leonardo Torres y Quevedo non costruì solo un automa: costruì un ponte tra l’ingegneria e la filosofia, tra il calcolo e la creatività.
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Infografica storica |
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