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mercoledì 2 luglio 2025

GLI SCACCHI NELLA STORIA - EL AJEDRECISTA, LA PRIMA MACCHINA IN GRADO DI GIOCARE A SCACCHI

Nel cuore dell’Europa del primo Novecento, quando l’elettricità e la meccanica stavano rivoluzionando il mondo, un ingegnere spagnolo di nome Leonardo Torres y Quevedo concepì qualcosa di straordinario: una macchina in grado di giocare a scacchi da sola. Non si trattava di un semplice trucco da salotto, ma di un vero e proprio automa capace di prendere decisioni in autonomia. Il suo nome? El Ajedrecista – “Il Giocatore di Scacchi”.

Foto dell'epoca de El Ajedrecista, a sinistra Leonardo Torres

👨‍🔬 L’Inventore: Leonardo Torres y Quevedo

  • Nato nel 1852 in Spagna, Torres y Quevedo fu un pioniere della robotica, dell’automazione e del calcolo meccanico.

  • Tra le sue invenzioni più celebri figurano il Telekino (il primo radiocomando della storia), dirigibili semirigidi e funivie ancora oggi in funzione.

  • La sua visione era chiara: le macchine non dovevano solo eseguire ordini, ma prendere decisioni.

🕰️ La Nascita di El Ajedrecista

  • Anno di costruzione: 1912, a Madrid.

  • Presentazione pubblica: 1914, all’Università di Parigi.

  • Funzionamento: giocava un finale di scacchi con Re e Torre bianchi contro Re nero, controllato da un umano.

  • A differenza del celebre “Turco Meccanico” (un trucco con un uomo nascosto), El Ajedrecista era completamente automatico.

⚙️ Come Funzionava

  • Il tabellone era dotato di sensori elettrici che rilevavano la posizione dei pezzi.

  • I pezzi bianchi erano mossi da bracci meccanici, mentre il Re nero veniva mosso manualmente dal giocatore umano.

  • Un algoritmo interno calcolava la mossa successiva per i bianchi, con l’obiettivo di dare scacco matto.

  • Se il giocatore umano commetteva una mossa illegale, una luce si accendeva. Dopo tre errori, la macchina si fermava.

♟️ L’Algoritmo di Gioco

  • L’automa non cercava la soluzione più rapida, ma garantiva sempre il matto finale.

  • L’algoritmo divideva la scacchiera in zone e prendeva decisioni in base alla posizione relativa dei pezzi.

  • Era in grado di adattarsi alle mosse dell’avversario, un concetto rivoluzionario per l’epoca.

🤖 Evoluzioni e Versioni Successive

  • Nel 1922, il figlio di Leonardo, Gonzalo Torres Quevedo, costruì una versione migliorata.

  • Nel 1951, El Ajedrecista fu presentato al Congresso di Cibernetica di Parigi, dove sconfisse il grande maestro Savielly Tartakower, diventando la prima macchina a battere un campione umano.

🏛️ Dove si Trova Oggi

  • L’originale El Ajedrecista è ancora funzionante e può essere visitato presso il Museo Torres Quevedo all’Universidad Politécnica de Madrid.

  • È considerato uno dei primi esempi di intelligenza artificiale fisica e un precursore dei moderni computer di scacchi.

     

    El Ajedrecista oggi, ben conservato.

🧩 Impatto Storico e Culturale

  • El Ajedrecista è spesso citato come il primo videogioco della storia, sebbene non avesse uno schermo.

  • Ha anticipato concetti fondamentali dell’IA, come la presa di decisioni automatica e l’interazione uomo-macchina.

  • Ha ispirato generazioni di ingegneri, informatici e appassionati di scacchi.

📚 Curiosità

  • Il progetto fu descritto nel 1915 su Scientific American come “una delle più straordinarie macchine automatiche mai costruite”.

  • Edgar Allan Poe aveva già smascherato il “Turco Meccanico” come un trucco, ma El Ajedrecista era autentico.

  • Durante il WCCC del 1992 (World Computer Chess Championship), fu esposto come simbolo delle origini del gioco computazionale.

🧠 Conclusione

El Ajedrecista non è solo una macchina che gioca a scacchi. È un simbolo della visione umana, della capacità di immaginare un futuro in cui le macchine possano pensare, apprendere e interagire. Leonardo Torres y Quevedo non costruì solo un automa: costruì un ponte tra l’ingegneria e la filosofia, tra il calcolo e la creatività.

Infografica storica

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Info ed immagini liberamente tratti dal Web
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